mercoledì 10 gennaio 2018

Le regole della felicità di Schopenhauer

LE REGOLE DELLA FELICITA' DI SCHOPENHAUER


Arthur Schopenhauer è stato un brillante filosofo tedesco, profondamente geniale, la cui influenza ha caratterizzato la seconda metà del XVIII secolo e gli inizi del XIX. Si è distinto per la sua posizione pessimistica nei confronti del mondo e della vita che ha riportato nella sua opera principale Il mondo come volontà e rappresentazione.

Il suo grande realismo e la sua saggezza gli hanno impedito di vedere il mondo “tutto rosa e fiori”. Tuttavia, Schopenhauer ha scritto un saggio in cui ha illustrato 50 regole per raggiungere la felicità.
La felicità è uno di quei concetti imprecisi che, nel corso della storia, ha suscitato pensieri opposti e discordanti. Condividiamo l’idea che si tratti di una sensazione di pienezza e gioia, ma ognuno di noi arriva a questo stato per motivi diversi. Di fatto, molti affermano che non sia nemmeno uno stato, una condizione, ma una percezione passeggera.


La gioia della vita è avere sempre qualcosa da fare, qualcuno da amare e qualcosa da aspettare.
Thomas Chalmers


Schopenhauer ha sviluppato un concetto di felicità fondato sulla prudenza e sull’etica. Secondo il suo pensiero, la felicità ha molto più a che vedere con la pace interiore che non con l’esultanza o la gioia. Delle sue 50 regole per la felicità, ne abbiamo selezionate 10 che potrebbero rivelarsi preziose per voi.

Evitare l’invidia, regola base nel pensiero di Schopenhauer
Regola numero 2. Evitare l’invidia. Sappiamo quanto crudele e implacabile sia l’invidia e, tuttavia, ci sforziamo senza sosta di suscitarla negli altri. Perché?
 L’invidia è una forza molto negativa che può impossessarsi del nostro cuore e bloccare la nostra gioia di vivere. Chi è troppo concentrato su ciò che fanno o sentono gli altri trascura il compito di costruire la propria felicità.

Staccarsi dai risultati
Regola numero 7. Riflettere a fondo su una cosa prima di intraprenderla e, una volta terminata, non ossessionarsi con i risultati, ma staccarsi del tutto dalla questione.
Semplicemente si tratta di mettere tutto l’impegno in ciò che facciamo perché è l’unica cosa che dipende da ciascuno di noi. Deve rimanerci la soddisfazione di averlo fatto bene. Il resto non ha importanza.

Permettersi l’allegria
Regola numero 13. Quando siamo allegri, non dobbiamo chiederci se abbiamo un motivo per esserlo.
Molti arrivano a provare uno sentimento strano, quasi un senso di colpa, quando sono allegre. Questo perché altre persone soffrono o perché considerano la sofferenza un sentimento più lodevole dell’allegria. È importante staccarsi da queste idee ed essere in grado di provare l’allegria, senza condizionamenti.

Controllare le fantasie
Regola numero 18. In tutte le cose che influenzano il nostro benessere o malessere, le nostre speranze e i nostri timori, bisogna tenere a bada la fantasia.
Goya diceva che “il sonno della ragione genera mostri”. Con i nostri timori, così come con le nostre ambizioni, abbiamo la tendenza a far correre la fantasia. Per questo motivo, finiamo per vedere pericoli più grandi di quello che sono davvero o successi ingigantiti che, ad ogni modo, non si realizzano solo sognandoli.

Evitare l’infelicità
Regola numero 22. Vivere felici può significare solo vivere il meno infelici possibile.
Anche se può sembrare ovvio, non tutti evitano l’infelicità. Di fatto, c’è chi la cerca e, naturalmente, la trova. Per Schopenhauer, è fondamentale evitare o eliminare tutte quelle situazioni causa di infelicità perché, in sostanza, non sono necessarie e sono solo fonte di nuove difficoltà.

Valorizzare quello che si ha
Regola numero 25. Dobbiamo guardare ciò che abbiamo come se qualcuno ce lo stesse rubando. Che sia un oggetto, la salute, gli amici, il partner, il marito o i figli, la maggior parte delle volte ne comprendiamo il valore solo dopo averlo persi.
Ogni giorno dovremmo svegliarci e pensare a ciò che abbiamo e per cui dobbiamo essere grati. A cominciare da un giorno di vita in più all’avere un tetto sopra la testa, un letto e una coscienza per valorizzare quello che abbiamo e che altri, invece, non hanno.

Impegnarsi e imparare
Regola numero 30. Impegnarsi o imparare qualcosa è necessario per la felicità degli esseri umani.
Avere programmi e progetti è fonte di entusiasmo nella vita. Non ha importanza che il programma consista nel coltivare una pianta o nel preparare un pranzo delizioso. Questi piccoli sforzi sono un tesoro. Allo stesso modo, imparare ci consente sempre di capire che stiamo crescendo e maturando e questo contribuisce alla felicità nella vita.

Prendersi cura della propria salute
Regola numero 32. Almeno nove decimi della nostra felicità si basano esclusivamente sulla salute.
Le malattie cambiano completamente la prospettiva nei confronti della vita. Lo sa bene chi ha dovuto patire tanto dolore, disagio o limiti. La salute è un autentico tesoro di cui prendersi cura per potersi godere qualsiasi altra cosa.

Essere compassionevoli con se stessi
Regola numero 34. Quando analizziamo la nostra vita e i nostri errori, è possibile esagerare nel rimproverarci.
La prima forma di bontà è quella verso se stessi, diceva Schopenhauer. È importante valutarsi, riconoscere gli errori e imparare da essi. Dobbiamo invece evitare di rimproverarci, criticarci più del necessario o punirci severamente. Alla fine non serve a nulla.

Prepararsi al passare del tempo
Regola numero 35. Quello che più di frequente, e quasi obbligatoriamente, trascuriamo e smettiamo di tenere in considerazione nei nostri progetti di vita sono i cambiamenti che il tempo opera su di noi.
Quando siamo giovani, abbiamo la sensazione che la vecchiaia sia qualcosa che riguardi gli altri, mai noi. Questa fantasia ci impedisce di prepararci a quel futuro in cui il passare degli anni comporta nuovi limiti e una nuova vulnerabilità. Chi si prepara alla vecchiaia vivrà meglio quella fase della vita.
Fonte: www.lamenteemeravigliosa.it

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