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mercoledì 25 gennaio 2017

Bambini iperattivi o genitori iperpassivi

BAMBINI IPERATTIVI O GENITORI IPERPASSIVI

Il termine iperattività è divenuto molto popolare. Molti genitori pensano che i loro figli soffrano di questo problema, che siano iperattivi. Rispettando i difensori e i detrattori dell’esistenza di tale disturbo, sembra che non ci siano abbastanza bambini che ne soffrano a tal punto da giustificare il gran numero di diagnosi. Vale a dire che parliamo di un disturbo -se questo può essere considerato tale- sovradiagnosticato.

Ci sono molti genitori, anzi troppi, che si rivolgono a centri di psicologia, psichiatria infantile o neurologia, in cerca di una diagnosi che confermi i loro sospetti. Sospetti che secondo questi genitori indicano che i loro figli sono iperattivi. Quel che è certo è che molte volte queste diagnosi non vengono confermate e i genitori si sentono ancor più abbattuti dopo aver consultato uno psicologo (per quanto possa risultare contraddittorio); altre volte, la diagnosi viene confermata, ma in maniera errata.
In un primo momento, dopo aver identificato il comportamento alla base del problema, si realizza una valutazione del bambino e della dinamica familiare. Se è necessario, si interviene in famiglia, al fine di ottimizzare la dinamica familiare e la condotta del bambino.

Esiste ed è nota l’enorme domanda di diagnosi riguardo i Disturbi da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) nei bambini che non si concentrano a scuola, non svolgono i compiti, si muovono troppo, sono più inquieti. Ci sono anche altre numerose lamentele che, mascherate da sintomi, fanno credere ai genitori o ai professori che tali bambini (che non compiono le loro aspettative), hanno qualche problema o disturbo psicologico.

Continuano a rivolgersi a diversi professionisti e specialisti con l’obbiettivo di etichettare i propri figli come iperattivi, per sentirsi tranquilli e, nel peggiore dei casi, somministrar loro dei farmaci. E, in questo modo, agire in modo iperpassivo.
È vero che i genitori non passano tutta la giornata seduti a guardare la TV o il cellulare. Molti fanno più di un lavoro e devono svolgere anche le faccende domestiche. Ogni giorno hanno molti impegni, vivono stressati, vanno di fretta, sono molto occupati (e anche i bambini) e arrivano tardi e stanchi a casa, passano poco tempo con i propri figli e, il poco che dedicano a questi, è passivo.
I genitori e i bambini hanno così poche energie quando arrivano a casa, che non hanno neppure la voglia di uscire a giocare per strada, cucinare insieme, giocare in casa, farsi il solletico, giocare con le costruzioni, cantare o ballare, ridere insieme, inventare storie con bambole o animali, raccontare le favole, etc.
La tecnologia e i display occupano quei momenti condivisi. Così, i bambini non hanno la possibilità di scaricare le loro energie  e arrivano in alcuni casi a soffrire di ansia, stress o forte tristezza, noia o esaurimento. E i genitori iniziano a preoccuparsi per questi sintomi.



“I genitori davvero felici non si incontrano spesso nei bar”
-Adolfo Kolping-

L’allegria vale più del dolore: bisogna trascorrere del tempo a giocare con i propri figli ed essere presenti nelle loro vite, almeno durante l’infanzia.
 È necessario sforzarsi per trovare nuovi modi di passare il tempo insieme a seconda della loro maturità e delle loro necessità particolari. Non è mai tardi per i cambiamenti.

“In ogni giorno della nostra vita depositiamo qualcosa nella banca della memoria dei nostri figli.”
-Charles Swindoll-


Perché non ci sono poi così tanti figli iperattivi, né tanti bambini con problemi di condotta, ma tanti genitori iperpassivi, che non prendono sul serio il loro ruolo. Anche quando hanno scelto di essere tali, non sono consapevoli di cosa implica realmente essere genitori, delle energie che bisogna dedicar loro, del tempo da trascorrere in loro compagnia, di doversi occupare delle loro necessità. E anche delle soddisfazioni che si ottengono, dei momenti di felicità e di quanto si stringa tale vincolo che, senza dubbio, è alla base di un buono sviluppo psico-emotivo nei bambini.

Quando qualcosa a casa non va o quando ci rendiamo conto che i nostri figli potrebbero avere un problema, dobbiamo fermarci a pensare.
Fonte: lamenteemeravigliosa.it


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mercoledì 18 gennaio 2017

Paidòs, da 25 anni sempre al fianco dei bambini in difficoltà

Paidòs, da 25 anni sempre al fianco dei bambini in difficoltà
In occasione del venticinquesimo anno di accoglienza Murialdina a Lucera in favore dei bambini in difficoltà,  intervistiamo, Marco Di Sabato, che racconta l’inizio di questa avventura e la nascita successiva della Paidòs Onlus, generata “per fare la differenza per tanti bambini e ragazzi che vivono nel disagio”.

Fare la differenza per tanti bambini e ragazzi in difficoltà. È questa la missione che si sono dati 25 anni fa un gruppo di ragazzi guidati da un giuseppino del Murialdo quando, rispondendo alle richieste di aiuto che provenivano sempre più pressanti dal territorio, hanno deciso di creare prima un centro educativo diurno e poi due case famiglia, una maschile e l’altra femminile, con un unico scopo: fare la differenza per tanti bambini e ragazzi che vivono nel disagio.
Nel maggio del 2000, quegli stessi ragazzi decidono poi di potenziare il loro impegno a favore dei bambini, costituendo la Cooperativa sociale Paidòs, e nonostante siano passati ormai parecchi anni, la Paidòs continua ad essere al fianco dei giovanissimi in difficoltà, oggi come ieri.

Uno sguardo ad un’umanità distratta, in gran parte imprigionata in schemi di comportamento individuali e collettivi ripetitivi, limitanti, spesso violenti e coercitivi, spinge la Paidòs a intraprendere progetti che puntino a stimolare una maggiore consapevolezza nel bambino, nelle famiglie e nelle comunità di vita, partendo dalla protezione dei soggetti più vulnerabili e puntando sull’educazione come strumento capace di risvegliare potenziali latenti e restituire all’individuo il suo ruolo di protagonista del cambiamento.

La nostra organizzazione è cresciuta come un albero, le cui fronde sono i tanti progetti volti a prevenire il disagio e le cui radici sono le basi metodologiche che hanno da sempre indirizzato il nostro intervento e che seguono l’insegnamento di San Leonardo Murialdo, che dedicò la sua vita ad accogliere i bambini poveri ed abbandonati”. Lo dichiara il presidente della Paidòs Marco Di Sabato, facendo il bilancio di questi 25 anni di attività sul campo e il quadro della situazione attuale dell’infanzia in Italia.

In tutta la storia che ha vissuto all’interno della Paidòs, qual è l’emozione più grande che si porta dietro?
Sicuramente l’attimo della nascita della cooperativa. Non potrò mai dimenticare quel giorno: ai tempi avevo 26 anni e l’entusiasmo di quegli anni è indimenticabile. Il grande desiderio di aiutare gli altri era unito alla sensazione della percezione di una umanità molto bisognosa, da aiutare appunto con la nostra passione, con una visione fecondante e con metodologie appropriate. Ho vissuto a stretto contatto con tutti i bambini accolti in questi anni, ognuno aveva una sua storia e ognuno di loro mi ha donato qualcosa.  Abbiamo vissuto con i bambini fin dall’inizio e continuiamo ancora oggi a farlo”.

Nel corso di tutti questi anni, gli scenari relativi all’infanzia e i bisogni a questa connessi sono cambiati? Quali le priorità a cui bisogna far fronte oggi?
Il mondo in cui viviamo è in grande cambiamento e oggi il tema di saper interpretare proattivamente il cambiamento, piuttosto che subirlo, è ancora più forte di ieri. Da un altro punto di vista, le problematiche che noi incontriamo lavorando con i bambini e le famiglie sono in qualche modo le stesse di sempre: subiscono le difficoltà perché non riescono ad essere veramente consapevoli delle loro capacità e potenzialità e non sanno come attivare le leve del cambiamento. Cambia la forma del disagio, ma quello che incontriamo fa parte di uno scenario che appartiene all’umanità da sempre e sappiamo le apparterrà in modo diverso anche in futuro. Il nostro impegno deve essere allora quello di dare strumenti e creare nuovi orizzonti per crescere. Oggi ci sollecita con forza il tema della povertà dei minori e delle famiglie in Italia, i cui numeri e i cui effetti hanno assunto dimensioni impressionanti: è diventato importante garantire un livello di assistenza materiale per favorire ai bambini italiani il diritto di nutrirsi, accedere alle cure mediche, praticare sport e attività ricreative e socializzanti. Alle famiglie stiamo offrendo nuovi percorsi di crescita per superare la povertà, accrescere le competenze educative, offrire ai propri figli migliori opportunità”.

Quali sono le cose che cambierebbe nell’immediato al fine di garantire a tutti i bambini il rispetto dei propri diritti?
Nella nostra società, la comprensione di quanto sia importante l’infanzia è ancora del tutto residuale. Il basso livello di attenzione mediatica e politica e di proliferazione culturale delle tematiche dell’infanzia ci porta a vedere che occorre lavorare enormemente a livello di sensibilizzazione. L’infanzia è il vero cuore del presente e del futuro dello sviluppo umano, ma a livello globale i dati sulla malnutrizione, il mancato accesso alla scolarizzazione, le grandi diseguaglianze, fino ai fenomeni più drammatici, come i bambini soldato o il traffico di minori hanno un’attenzione ancora più bassa ed occorre investire in educazione e sensibilizzazione per accrescere il livello di consapevolezza, di impegno e di investimento”.

Quali prospettive per il futuro della Paidòs?
Il futuro della Paidòs sarà sempre dalla parte dei bambini. Vogliamo rendere più solide le nostre metodologie di lavoro, osservare con più attenzione, come e quanto il nostro lavoro sappia produrre il cambiamento che tanto auspichiamo e davvero impattare sulla crescita dei bambini e delle famiglie. Rinforzare le radici del nostro albero affinché le fronde, gli interventi che attuiamo, possano essere sempre più capaci di prevenire i fenomeni di disagio e dare un futuro ai bambini che accogliamo, magari riuscendo ad inserirli anche nel mondo del lavoro, una volta conclusi gli studi.”

Le prossime sfide?
“Per i 25 anni di accoglienza murialdina a Lucera, abbiamo deciso di rendere il Centro Educativo Diurno dell’Opera San Giuseppe ancora più bello, funzionale e di arricchirlo di nuovi spazi per i laboratori e per il gioco dei bambini che accogliamo, per questo partiranno a breve dei lavori di ristrutturazione. Abbiamo però bisogno dell’aiuto di tutti per continuare a dare a tanti bambini opportunità e speranze, perché siamo convinti che solo l’educazione può migliorare il loro futuro e il futuro della nostra società e della nostra città.

Per questo abbiamo lanciato la raccolta fondi ‘BAMBINI al Centro’. Chiunque può sostenere il Progetto ‘BAMBINI al Centro’- Progetto di Ristrutturazione del Centro Educativo Diurno, effettuando una donazione con bonifico bancario al seguente IBAN: IT 51W 05385 78440 00000 0000 455, causale: ristrutturazione Centro Educativo Diurno. 

Inoltre abbiamo organizzato anche una lotteria di beneficenza per raccogliere ulteriori fondi necessari alla ristrutturazione. L’estrazione della  lotteria ‘BAMBINI al Centro’ ci sarà il 14 maggio 2017. Il costo del biglietto è di soli 2€. In palio fantastici premi: iPhone7, week-end in Europa, mountain bike, cene e tantissimi altri premi.
Ulteriori notizie sulla lotteria, sullo stato di avanzamento dei lavori e sule nostre attività, le potrete trovare sul nostro sito internet www.paidos.it o sulle nostre pagine presenti sui principali social.
Torniamo a mettere i bambini al centro di tutte le nostre azioni, loro sono il nostro futuro.

Stefano Di Sabato


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