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mercoledì 14 dicembre 2016

L'importanza di trovare dei motivatori

L'IMPORTANZA DI TROVARE DEI MOTIVATORI

Ho ventisei anni, mi sono laureata in Scienze dell’educazione ma non ho trovato lavoro, così da un anno sono alla cassa di un supermercato. Le chiedo: è giusto secondo lei che una ragazza laureata lavori per sette ore al giorno in un supermercato per 440 euro al mese? Quando torno a casa la sera mi sento una fallita. Non so quando mai potrò avere una casa mia, fare un viaggio, avere dei figli. Il mio fidanzato è un bravo ragazzo, studia e aiuta suo padre nel negozio di macelleria. Nemmeno lui ha molte speranze di uscire da quella situazione. Ci sentiamo come due prigionieri di quest’incubo. La domenica usciamo al mare, ma siamo spesso tristi, senza idee. Le sembra giusto tutto questo? Non abbiamo fatto nulla di male per meritarci questa vitaccia, grazie per l’ascolto, Loredana.


Nel suo ultimo libro ‘L’autorità perduta, il coraggio che i figli ci chiedono’  il professor Crepet risponde così a questa lettera: «Una comunità che si permette il lusso di mandare al macero intelligenze e sensibilità come quelle di Loredana e del suo fidanzato è una comunità moribonda. Come in ogni epoca, il periodo di decadenza di una civiltà è il peggiore perché chiunque può sentirsi libero di arraffare ciò che c’è per non soccombere. È il tempo delle peggiori sperequazioni a danno dei più deboli, è il tempo dei meschini e dei codardi che si nascondono dietro il pericolo incombente per osare qualcosa di cui non sarebbero stati capaci in fasi di prosperità economica. Di tutto questo i ragazzi si sono accorti: è uno dei motivi che più contribuiscono a rendere ancor più profondo il solco di diffidenza che divide le generazioni. Non esiste più un patto di solidarietà, come accadeva in passato, ma un’idea di silenzioso conflitto: da una parte datori di lavoro pronti a speculare sui giovani, dall’altra giovani che usano lo stesso cinismo nei confronti del lavoro, trasformandolo in un’op-portunità per prendersi qualche soldo e scappare non appe-na si può. I giovani pretendono il rispetto del diritto allo studio e del diritto alla casa. E allora perché quando chiedo loro se hanno mai pensato di mettersi in proprio mi guardano con un’espressione inebetita? Forse sono i genitori a scoraggiarli dall’intraprendere strade senza garanzie a priori…».

Si tratta quindi di un problema educativo: i giovani scendono in battaglia pietosamente disarmati, arrabbiati, ma rassegnati. Il futuro del lavoro nei paesi occidentali assomiglierà sempre più a una sfida che occorre sapere accettare tutti i giorni e vincere. Una sfida anche per le famiglie.
Il vero nemico è la demotivazione, il mostro che paralizza, e quindi il compito più importante di ogni genitore e di ogni educatore è motivare i figli. Sapendo che i veri motivatori sono pochi mentre i distruttori di ogni motivazione sono dappertutto.
I punti fondamentali sui quali famiglia ed educatori devono lavorare per conservare e far crescere l’automotivazione dei più giovani, sono i seguenti.

Investire tempo ed energie per stare insieme e conoscere a fondo i ragazzi.
Questo significa curare la “manutenzione delle relazioni”. Gli esseri umani si influenzano a vicenda. Quando tra le persone esiste un rapporto di affetto e di amicizia sentito e condiviso è molto difficile che qualcuno si abbandoni allo sconforto, soprattutto se si cerca di condividere con continuità emozioni positive. Conoscersi, passare insieme del tempo, collaborare, essere solidali diventa un “rinforzo” per ciascuno. Un padre deve trasmettere ogni giorno il messaggio «insieme ce la possiamo fare».

Comunicare fiducia e far sentire capaci.
A livello pratico si attua fornendo ai ragazzi degli obiettivi adeguati e graduali. Gli obiettivi irraggiungibili, come quelli troppo facili, comunicano solo una scarsa fiducia. Il messaggio deve essere «ce la puoi fare». Per questo è necessario prestare attenzione, sottolineare i progressi, aspettarsi e valorizzare l’impegno.
Quando parlate con i vostri figli, siate presenti in quello che fate: guardateli negli occhi, ascoltate attivamente, fate sì che i ragazzi si sentano ascoltati. Immedesimatevi: fate loro intendere che capite i loro sentimenti e le loro affermazioni, offritegli cioè l’esperienza della visibilità.
Mantenete un tono rispettoso: non concedetevi nessun tono di condiscendenza, superiorità, sarcasmo o disapprovazione.
Una comunicazione rarefatta, poco frequente, carente lascia spazi vuoti che, all’interno della famiglia e dei gruppi, favoriscono la creazione di fantasmi, in altre parole di interpretazioni della realtà scarsamente basate sui fatti, e spesso a sfondo paranoico.

Lasciare autonomia.
I genitori che soffocano i propri figli, che tolgono qualsiasi spazio di autonomia e decisione contribuiscono a demotivarli pesantemente. I genitori “chioccia” tirano su degli eterni “pulcini” o dei bravi robot in attesa di ordini.
I figli devono rendersi conto che viene sempre il momento in cui non verrà nessuno. Non verrà nessuno a prendere decisioni al loro posto, nessuno a raddrizzare la loro vita, nessuno a risolvere i loro problemi. Sono loro, e solo loro, i responsabili della loro vita e della sua realizzazione.
La nave urtò improvvisamente gli scogli e la fiancata si squarciò. L’allarme fu dato in ritardo, ma la maggioranza dei passeggeri corse verso le scialuppe di salvataggio.
Solo due passeggeri rimasero inchiodati nella loro cabina. Si chiamavano Non-posso-farcela e Chi-me-lo-fa-fare. Colarono a picco con la nave.
Autore: Bruno Ferrero


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mercoledì 7 dicembre 2016

Come alimentare il cervello di vostro figlio

COME ALIMENTARE IL CERVELLO DI VOSTRO FIGLIO

I primi tre anni di vita di un bambino sono cruciali per lo sviluppo cerebrale. È il periodo in cui il cervello di un bambino sviluppa le abilità sociali, emotive, linguistiche, cognitive e motorie a una velocità vertiginosa.
Il cervello dei bambini cresce molto in fretta. Secondo un saggio del dottor Jack Shonkoff, dell’Università di Harvard, nel cervello di un bambino si formano 700 neuroni al secondo nei primi cinque anni di vita.
Il peso del cervello triplica all’inizio dei tre anni e si creano circa 1000 miliardi di connessioni nervose. Il modo in cui un bambino vede, sente, ascolta sono fattori che aiutano la crescita cerebrale. Quando un bambino usa uno qualsiasi di questi sensi, si stabilisce nel cervello una connessione nervosa o neuronale. Le nuove connessioni si creano anche quando una nuova esperienze viene ripetuta diverse volte.

 


Dati sul cervello dei bambini
Gli abbracci sono importanti. L’importanza del contatto fisico con i vostri figli va oltre la loro salute emotiva. Uno studio realizzato dall’Università di Washington, St. Louis, sulla crescita dell’ippocampo, la parte del cervello responsabile di regolare lo stress e la memoria, ha dimostrato che esso era più grande e più sviluppato nei bambini che avevano ricevuto frequenti abbracci dalle loro madri.
Alla nascita, l’ippocampo, responsabile di una parte della nostra memoria, è sviluppato solo al 40%. Finisce di svilupparsi completamente quando il bambino raggiunge i 18 mesi. Per questo motivo i bambini riconoscono la voce della madre e altri suoni che potrebbero avere ascoltato nell’utero. Poco a poco vedrete che il bambino inizierà a ricordare cose che vede abitualmente, come visi e oggetti.
Il cervello del vostro neonato consuma molta energia. Dato che i nuovi neuroni si stanno sviluppando ad un ritmo molto veloce e la grandezza del cervello duplica ogni anno durante i primi tre anni di vita, sarebbe bene che il bambino non venisse privato di stimoli, molti dei quali possono arrivare mediante il gioco. Le ore di sonno sono fondamentali, proprio come per gli adulti, per la consolidazione di ciò che ha imparato.

Lo sviluppo cerebrale dei bambini si potenzia quando i genitori giocano, cantano, leggono, parlano o raccontano una storia al bambino, lo alimentano in modo adeguato e gli prestano attenzioni, amore e affetto.

Nei primi anni, i bambini hanno bisogno di molto amore e attenzioni. Le carezze e le coccole, parlare con loro possono stimolare la crescita del cervello e porre le basi della loro affettività. Bisogna tenere presente, inoltre, che i bambini piangono per comunicare le loro necessità e, quindi, quando i genitori rispondono, i bambini sviluppano un senso di sicurezza e fiducia.
Bisogna sottolineare che i bambini amano la musica e le ninne nanne. Queste favoriscono lo sviluppo delle abilità linguistiche, l’orientamento spaziale, le abilità psicomotorie e il senso del ritmo.

“L’obiettivo principale dell’educazione dovrebbe essere quello di creare esseri umani che siano capaci di fare cose nuove, non solo di ripetere semplicemente ciò che le altre generazioni hanno fatto: esseri umani creativi, inventivi e scopritori. La seconda meta dell’educazione è formare menti che possano essere critiche, che possano verificare e non accettare tutto ciò che gli si offre”.
-Jean Piaget-





Alimentate il cervello di vostro figlio

I suggerimenti precedenti vi aiuteranno a far sviluppare a vostro figlio un’ampia gamma di abilità che saranno la base della sua crescita e sviluppo. Queste abilità si riferiscono a:
·         La capacità di imparare e di visualizzare oggetti e attività.
·         Lo sviluppo di attività sociali positive.
·         Lo sviluppo di una personalità sana e fiduciaosa in sé stesso.
·         La costruzione e lo sviluppo di empatia.
·         Lo sviluppo di vincoli sociali più forti e meno dipendenti.

È importante che i genitori e i tutori partecipino a diverse attività per migliorare lo sviluppo cerebrale del bambino. È di vitale importanza spingerli ad esplorare e ad imparare, a scoprire cose nuove e a cercare le risposte e risolvere problemi in autonomia.
Bisogna dare ai bambini l’opportunità di essere creativi e indipendenti e di esplorare da soli il mondo che li circonda. Tuttavia, senza dimenticare di supervisionare ciò che fanno e vigilare che le condizioni siano sicure. Cercando le proprie risposte e soluzioni, invece di ottenerle sempre dagli adulti, trarranno il massimo giovamento dagli stimoli e il loro sviluppo cerebrale sarà ottimale.

Fonte: lamenteemeravigliosa.it

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