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mercoledì 23 dicembre 2015

Educare i bambini alla generosità

EDUCARE I BAMBINI ALLA GENEROSITA’

Tutti i genitori prima o poi si troveranno a gestire un perentorio “è mio!” che sarà il primo di una lunga serie.
E’ una fase normale perché i bambini, fino ai due anni, sviluppano un senso di onnipotenza derivato dall’attaccamento e dalla relazione con la mamma. Una condizione quasi necessaria che regola il vostro rapporto, pratica e semplice: “ho un bisogno e la mamma lo appaga, quindi tutto ciò che ottengo mi appartiene”.
Questa prima fase di onnipotenza viene poi sostituita con la fase del possesso e con la difesa di quest’ultimo.
Queste due fasi sono assolutamente normali fino al raggiungimento della consapevolezza che oltre al “me” esiste anche “l’altro”. Ma è una consapevolezza che si acquisisce gradualmente e che passa dalle esperienze che il bambino farà in seno alla famiglia, e fuori dalla famiglia.
In famiglia si troverà a battagliare con oggetti e affetti da dividere con altri famigliari (i fratellini più grandi o più piccoli, i cugini, i figli degli amici). Fuori di casa invece i due contesti formativi li incontrerà a scuola o nei momenti di svago.
Il primo suggerimento per spiegare al bambino che non tutto quello che lo circonda è suo… è proprio la spiegazione semplice dei concetti di condivisione. Che non deve mai essere aggressiva, né risultare una minaccia, né costituire un violento esproprio: bisogna solo pazientemente spiegare che è bello condividere e che le cose che piacciono a lui piacciono anche agli altri.
Del resto, ben presto incontrerà sul suo cammino qualcuno che è più prepotente di lui e sarà un’occasione buona per spiegare quanto sia spiacevole un comportamento così possessivo. I bambini capiscono molto meglio un principio educativo volto al positivo che non uno volto al negativo.
A tal proposito, un bambino che cresce in un ambiente famigliare ospitale, generoso, e che ama condividere, difficilmente prolungherà la fase dell’affermazione del possesso, perché l’esempio è sempre la cosa più efficace nei primi anni di vita.
Un trucco da usare in caso di “possesso eccessivo” in famiglia è quello di istituire (o portare in casa) oggetti condivisi. Affermandolo. Per esempio: “questi biscotti sono di tutti”, oppure “ questo gioco di società è di tutti e tutti  ci giocheremo insieme”.
Il principio di condivisione è contagioso. E non si deve avere fretta di superarlo con atteggiamenti di rimprovero e minacce. Perché non si farebbe che peggiorare la situazione gettando il bambino non solo nel senso di possesso ma anche nel senso di colpa per le proprie emozioni.
Viceversa, molti genitori sono talmente terrorizzati dall’allevare un piccolo despota egoista che tendono a trasmettere un totale disinteresse e incuria verso le proprie cose. Trovandosi ovviamente a combattere con episodi di giocattoli dimenticati al parco, noncuranza nelle proprie cose, scarso valore per i regali ricevuti.
Anche in questi casi la spiegazione deve essere chiara e messa in pratica con l’esempio. Generosità non significa non avere amore e cura per le proprie cose, significa che una cosa può essere nostra pur condividendola con altri.
In tal senso, quando il bambino vi chiederà di poter usare qualcosa che non gli appartiene, richiedetene la restituzione immediata quando ha smesso di usarla. Controllando e facendo notare che la restituisca nello stato in cui gli è stata consegnata.
Stabilire regole e insegnare ai nostri bambini che sciupare, non curare e sprecare le proprie cose è un atteggiamento negativo tanto quanto il tenere egoisticamente tutto per sé, costituisce una vera armonia dello stare insieme.
Fonte: www.fluirespira.it
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