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mercoledì 20 maggio 2015

Educazione e istruzione = Sviluppo economico

EDUCAZIONE E ISTRUZIONE = SVILUPPO ECONOMICO

“Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.

Con questa celebre intuizione, lo scrittore irlandese George Bernard Shaw sottolineava, con un certo grado di genialità, come l’economia sia indissolubilmente correlata alle conoscenze, alle idee e ai valori dei singoli individui. Lo scambio di cui parla Shaw, è infatti lo scambio economico fondato sul capitale umano, quell’insieme di facoltà e risorse umane acquisite durante la vita dalla persona che danno luogo alla capacità dell’uomo di trasformare l’ambiente in cui vive per raggiungere il un maggior grado di benessere, del singolo come della collettività.

L’economia, prima che lo sfruttamento delle risorse e dei capitali tangibili, è economia della conoscenza. E come possono crescere le conoscenze se non attraverso l’educazione e l’istruzione?
Lo ha ben compreso il Consiglio Europeo quando, all’inizio di questo terzo millennio, ha indicato con il Trattato di Lisbona come determinante il ruolo svolto dall’istruzione e dall’educazione continua nel processo di crescita della competitività dell'Europa nel mondo, oltre che in quello di rafforzamento della coesione sociale e del benessere individuale dei cittadini.

Come indicato dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano, gli effetti socio-economici generati in un Paese da maggiori investimenti in educazione e istruzione possono essere condensati in tre tipologie:
- effetti immediati sui rendimenti privati individuali, ed in particolare sulle prospettive occupazionali e di reddito, e sulle occasioni ulteriori di accumulazione di conoscenza e capacità (life-long learning);
- esternalità sui rendimenti sociali, la produttività e su altre componenti dello sviluppo, come quelli sulla crescita complessiva, ma anche quelli sulla salute, sulla riduzione della criminalità e sulla partecipazione attiva dei cittadini alla vita sociale e ai processi di sviluppo: tutte componenti che influenzano in senso ampio lo sviluppo e il benessere della collettività;

- effetti innovativi e di rottura: l’istruzione incoraggia l’imprenditorialità, la creatività e la predisposizione all’innovazione e al cambiamento. Può interrompere una catena ereditaria di insuccesso tramandata da genitori ai figli.
E’ attraverso l’educazione che un Paese integra la sua organizzazione economica e i suoi principi etici. Un maggior livello di istruzione incoraggia la libera iniziativa, la cooperazione e lo scambio, senza perdere di vista valori come la fiducia, l’equità, la tolleranza e la nonviolenza. E’ ampiamento dimostrato, inoltre, che laddove aumentano le scuole e gli insegnanti, diminuiscono la povertà e le guerre.

Ecco perché, guardando ai 57 milioni di bambini che nel mondo ancora oggi non possono accedere neanche alla scuola primaria, a quel 64% di bambini e a quel 70% di bambine che nei Paesi in via di sviluppo non riescono a frequentare la scuola secondaria, ai 30 milioni di bambine in età scolare ancora analfabete, oggi è così importante ribadire ciò che affermava Benjamin Franklin già 3 secoli fa: “Il rendimento dell’investimento in conoscenza è superiore ad ogni altro investimento. È la radice del progresso umano e sociale, la condizione per lo sviluppo economico”.

Fonte: www.fondazionepatriopaoletti.org

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