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mercoledì 19 novembre 2014

C'è molta differenza tra ESSERE e AVERE

ESSERE O AVERE?


C’è molta diversità tra l’avere una vita ed essere in vita, vivi.

C’è molta diversità tra l’avere un uomo o una donna oppure l’essere di una donna o un uomo. L’avere è il possesso, il trattenere e il disporre per sé. L’essere di ci richiama il dono, l’appartenenza, la responsabilità.

C’è molta diversità tra il fare il maestro, il medico, il prete e l’essere un maestro, un medico, un prete. Nel primo caso è solo un ruolo, un insieme di mansioni da eseguire. Nel secondo caso si è coinvolti, dentro, è la propria vita.

C’è molta differenza tra fare finta di piacersi ed essere se stessi. Nel primo caso ci sono molti sorrisi, molte buone maniere, tante gentilezze, ma il volto rimane cupo, l’espressione non è vitale; sorridono le labbra ma non gli occhi. Chi, invece, è se stesso è libero, emana un’aura di vita, di creatività, di positività. Chi è se stesso, felice di sé, non attacca gli altri, non li sminuzza e non li infanga. Chi è se stesso fa la propria strada e invita gli altri a fare altrettanto; è contento di esistere e di essere a questo mondo e proprio per questo vuole che tutti possano esistere e dispiegarsi.

C’è molta differenza tra fare educazione ed educare. Fare educazione vuol dire trasmettere buone maniere, regole precise, buon comportamento, galateo, rispetto. Educare vuol dire costruire degli uomini vivi, veri, liberi, autonomi.

C’è molta differenza tra lo sguardo che vuole avere e lo sguardo dell’essere. Lo sguardo dell’avere brama, conquista, invidia, vorrebbe per sé, possiede. Lo sguardo dell’essere vede ma non conquista, gioisce, si stupisce, si commuove, fa entrare dentro di sé ma non vuol per sé.

C’è molta differenza tra chi vuole “avere ragione” e chi cerca la ragione. Nel primo caso ciò che conta è aver ragione, nel secondo trovare la verità.

C’è molta differenza tra voler essere qualcuno, grandi importanti e sentirsi importanti, sentire di aver un valore in sé, sentire di essere qualcuno per il solo fatto di esserci e di esistere.

La differenza tra gli uomini non è per quello che hanno ma per ciò che sono. L’essere sarà la nostra felicità perché è l’accettazione; l’avere la nostra continua insoddisfazione perché è una rincorsa infinita ed affannosa.

L’essere è sempre interno: c’è qualcosa in me che mi può fare felice. L’avere è sempre esterno: c’è qualcosa fuori di noi che ci fa felici.

Non è quello che hai la tua felicità, ma quello che sei”. Per avere bisogna combattere, darsi da fare, eliminare gli altri, essere superiori, confrontarsi, vincere, arrivare primi. E’ terribile, è un’ansia tremenda, è un gioco al massacro!

Molti uomini credono che per essere bisogna avere (e così accumulano a dismisura). Ma la realtà è che per avere bisogna essere.

Quando andremo di là, dal Gran Capo, non ci chiederà “Quanto avevi?”, ma “Chi sei stato?”.


Autrice: Maria Gastone Tagliagambe

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